Il turismo? Meglio quando e’ Slow

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Avvicinare i viaggiatori alla cultura dei paesi che visitano, alle tradizioni, alle persone. Preoccuparsi delle ricadute ambientali ed economiche delle nostre scelte di viaggio. Tutto questo è lo Slow Tourism, una filosofia di viaggio che in Italia riscuote già grandi successi

Sono sempre di più i turisti che decidono di pianificare i loro viaggi con un occhio alla sosteniblità, all’ambiente, al rispetto dei luoghi che visiteranno. Il turismo – sempre più di massa – può infatti tramutarsi da importante opportunità di crescita economica in una vera e propria iattura per paradisi tropicali, paesi esotici e mete da sogno.

Per rispondere a questa nuova esigenza, che si sta affermando con forza in un mercato che da solo vale circa il 12% del prodotto interno lordo italiano, sempre più tour operator e strutture ricettive, si stanno prodigando per abbattere il loro impatto ambientale, mentre molti degli operatori che gestiscono mete turistiche nei paesi in via di sviluppo pongono maggiore attenzione sulle ricadute sulle popolazioni locali.

Un risultato importante, merito anche di associazioni come Slow Tourism. Fondata in Italia nel 2007, Slow Tourism promuove l’acquisizione di comportamenti capaci di migliorare la qualità dell’accoglienza e dell’ospitalità e di pratiche che riducono gli impatti ambientali generati dalla imprese turistiche.

Slow Tourism propone itinerari e pacchetti pensati per avvicinare i viaggiatori alla cultura locale, alle tradizioni, alle persone; Slow Tourism è un marchio di qualità che contraddistingue tutti coloro che scelgono di fare e di rendere possibili vacanze sostenibili e responsabili.

La sede centrale è situata nel centro Italia,  in Umbria, ma l’associazione è presente in molte regione Italiane (come Marche, Sicilia, Campania, Abruzzo e Molise) e nelle altre sta crescendo rapidamente.  Tuttavia, poiché “turismo” significa viaggiare, visitare conoscere luoghi e incontrare persone, Slow Tourism non può che incuriosire e attirare l’attenzione oltre i confini nazionali. La crescita di Slow Tourism all’estero è una realtà: in Bulgaria ed in Bosnia e Erzegovina persone interessate al turismo sostenibile stanno dando vita a delle associazioni per promuovere il “turismo lento”. Nuovi legami stanno inoltre nascendo negli altri paesi.
 

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