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olio di palma

Olio di Palma. Facciamo chiarezza

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olio di palma

Qual è la composizione dell’olio di palma? Quali sono i benefici? E quali le conseguenze negative per chi ne fa uso? Approfondiamo insieme l’argomento

L’olio di palma è un olio estratto dalla polpa dei frutti della palma e viene utilizzato largamente nella produzione di prodotti dolciari da forno. Basta che ci soffermiamo a leggere le etichette dei biscotti che normalmente mangiamo a colazione per renderci conto che la maggior parte contiene questo olio.

Da dicembre del 2014 è diventato obbligatorio, da parte delle industrie, indicare la presenza di olio di palma, sostituendo la dicitura generica “olio vegetale”. Questo è stato un grande passo avanti perché ora possiamo facilmente distinguere un biscotto che lo contiene.

Ma per quale motivo è così demonizzato?

Tralasciando il forte impatto ambientale che la produzione massiccia di questo alimento provoca, cominciamo col dire che l’olio di palma contiene circa il 50% di grassi saturi. Una dieta prevalentemente ricca di acidi grassi saturi, siano essi provenienti dall’olio di palma che dal burro, causa un aumento dell’incidenza di placche aterosclerotiche e di conseguenti malattie cardiovascolari.

D’altro canto questo grasso è particolarmente ricco di altre sostanze potenzialmente benefiche come: carotenoidi (precursori della vitamina A) e vitamina E, nonché altre sostanze ad attività antiossidante.

Sfortunatamente il processo di raffinazione elimina gran parte di queste sostanze. E l’olio che viene utilizzato dalle industrie per la produzione di prodotti da forno, creme spalmabili, gelati industriali, ne risulta praticamente privo.

Appena viene estratto quest’olio, allo stato grezzo, risulta essere colorato di rosso-arancio, per via dell’alto contenuto di pigmenti carotenoidi. Ma la raffinazione lo chiarifica, eliminando questi pigmenti.

L’olio di palma viene utilizzato molto per due ragioni.

La prima è di natura tecnologica, in quanto resiste molto bene alle alte temperature, all’ossidazione e contribuisce alla morbidezza e consistenza dei prodotti da forno. La seconda è di natura economica in quanto ha un prezzo molto vantaggioso rispetto al burro e all’olio extravergine d’oliva.

Oltre ai problemi legati all’aumento del rischio cardiovascolare, se usato in eccesso, l’olio di palma presenta altri svantaggi. Tra cui il fatto che può contenere residui di sostanze tossiche, in quanto nelle aree dove viene coltivata la palma, viene ancora usato il DDT e altre sostanze che da noi sono state bandite da anni.

Nonostante i livelli di questi contaminanti siano comunque entro i limiti di sicurezza per la salute, è possibile che vi sia un effetto da accumulo, specie nei bambini. E’ bene dunque prestare molta attenzione.

Detto questo, non bisogna considerare quest’olio un veleno da cui stare alla larga, ma bisogna sempre ragionare nell’ottica della dose-effetto. Se si fa un consumo moderato di prodotti contenti olio di palma e soprattutto inserito all’interno di una dieta sana ed equilibrata non c’è da preoccuparsi; diversamente se abusiamo di merendine, prodotti dolciari confezionati, biscotti, e altri alimenti in cui è presente quest’olio, possiamo andare incontro a problemi di salute.

Questo perché rischiamo di superare il limite massimo consigliato di assunzione di acidi grassi saturi che è di circa 20 g/die per una dieta di 2000 kcal. E’ dunque consigliato non superare questo limite massimo di assunzione e preferire il consumo di alimenti che contengano più acidi grassi mono e poli-insaturi come l’olio extravergine d’oliva, pesce, olio di semi di lino, mandorle e noci.

Dunque dobbiamo prendere l’abitudine di leggere sempre le etichette quando andiamo a fare la spesa. Perché è proprio dall’etichetta che noi possiamo partire per orientare le nostre scelte al supermercato.

Paolo Gozzo 

Bibliografia:

Sito “Il Fatto Alimentare”
Sito “Fondazione Veronesi”
www.eufic.org

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