In bicicletta al lavoro: sfatiamo qualche luogo comune

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Troppo lento? Serve allenamento? Poco pratico? Tutti luoghi comuni: il bike to work è alla portata di tutti

Vorreste andare in palestra, ma quando? Vorreste evitare il traffico cittadino, ma come? Vorreste raggiungere l’ufficio più velocemente, ma con cosa? Vorreste – infine – arrivare in ufficio con la testa più “leggera”, perchè – è dimostrato – il traffico è fonte di stress.

A tutte queste domande, c’è una sola, semplice risposta: una bicicletta. Non una bicicletta da utilizzare nel fine settimana per rincorrere i figli al parco, o una tantum quando il collega con il pallino dell’organizzazione si lancia in una “sgambata” fuoriporta.

Una bicicletta come nuovo modello della propria mobilità urbana. Una bicicletta per andare a lavoro, quindi. Una bicicletta in città.

I vantaggi sono tanti, vanno dal risparmio economico (in bicicletta si può passare davanti ad un distributore di carburante e sorridere) ai vantaggi per la salute, dati dall’attività fisica.

E se il vostro problema è il tempo, sfatiamo il mito che in bicicletta si sia più lenti: dopo qualche settimana di “allenamento” (è sufficiente raggiungere l’ufficio in bici 3 o 4 volte a settimana) la velocità media che si può mantenere con una bicicletta ed il giusto percorso sono di gran lunga superiori a quelli di un’auto. Perfino a quelli di uno scooter.

Ed è proprio grazie a questi aspetti positivi (quello economico in primis) che sono nelle grandi città (Milano, ma anche Roma) si moltiplicano gli affezionati al “bike to work”, andare a lavoro in bicicletta.

Al “Bike to work” è perfino dedicata una giornata nazionale, i cui promotori si danno appuntamento su internet sul website e relativo forum www.ciclomobilisti.it.

Naturalmente coloro che raggiungono il posto di lavoro in bicicletta fanno un favore anche alla città: meno mezzi a motore, meno traffico, meno smog. Eppure la città non sempre li accoglie a braccia aperte.

Prendiamo ad esempio Roma: la cattiva gestione della sosta e la cronica mancanza di senso civico hanno come risultato che quasi tutti i quartieri siano soffocati dalla sosta selvaggia, spesso in doppia fila.

Ne sanno qualcosa gli autisti dei mezzi pubblici, che vedono la velocità commerciale dei loro mezzi (e quindi la qualità del servizio) scendere anche del 30%. Va peggio ai ciclisti: per loro ogni auto in doppia fila o in divieto di sosta è un tentato omicidio.

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