Un uccello posato su un filo elettrico e poi il fuoco

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Apparentemente il volatile si era solo appoggiato su dei cavi: ecco come ha mandato a fuoco una fattoria solare in California

Ogni volta che guardiamo gli uccelli sui tralicci della corrente ce lo chiediamo: come è possibile che non gli succeda niente, che non prendano la scossa? Il motivo è semplice: stare su un solo filo non crea alcun pericolo per l’uccello perché la corrente non ha modo di entrare nel suo corpo; le cose cambiano quando, per qualche motivo, l’uccello non tocca solo un cavo, ma due.

Questo è quello che è successo in una fattoria solare, in California, quando sono bruciato 1.127 acri (equivalenti a 456 ettari circa), a causa della mossa sbagliata di un volatile. L’uccello, infatti, si era appoggiato a due cavi, permettendo alla corrente di trovare una strada, un circuito elettrico che ha causato una fiammata e una pioggia di scintille che hanno fatto partire l’incendio – questo è quello che hanno riferito i funzionari del dipartimento dei vigili del fuoco.
E così non è finita bene né per l’uccello né per la centrale elettrica.

La società proprietaria della fattoria solare, la Clearway Energy Inc., ha parlato genericamente di un fuoco causato da un “incidente aviario”, mentre contava i danni riportati dalla struttura (situata in un terreno arido tra Los Angeles e San Francisco). L’incendio ha danneggiato le centraline e i cavi di alimentazione dello stabilimento, bloccando l’84% della sua capacità di generazione e causando perdite tra gli 8 e i 9 milioni di dollari.
La California è nota per un altro impianto solare che è teatro di molti uccelli bruciati, ma si tratta di incidenti diversi: a Ivanpah, infatti, quello che succede è che ci si trova di fronte a una tecnologia fatta di campi di specchi che concentrano la luce del sole su torri centralizzate, mettendo in pericolo gli uccelli che volano tra le travi. E non il contrario.
Questa volta, invece, la centrale elettrica era fatta pannelli fotovoltaici, come quelli che vediamo sui tetti, quindi la «colpa» è stata tutta della posizione sfortunata dell’uccellino sul cavo.

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