I rifiuti marini uccidono la fauna, danneggiano la pesca e compromettono il turismo

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Il danno annuale causato dai detriti in mare danneggia il settore della pesca nell’Ue per 61,7 milioni di euro

Nel Mar Mediterraneo galleggiano 250 miliardi di micro particelle di plastica. Sono il frutto di vari rifiuti, come mozziconi di sigarette, involucri di plastica per alimenti, bottiglie e tappi di plastica, sacchetti e lattine.

La fauna selvatica rimane ingabbiata in questi detriti; sono delle vere e proprie trappole che condannano a morte l’80% dei pesci che vi si imbattono. Inoltre gli stessi rifiuti si trasformano in un salasso di denaro per le attività di pesca, turismo, acquacoltura, navigazione ed energia.

Lo spiega il nuovo rapporto del Centro comune di ricerca della Commissione europea sulla minaccia che rappresentano i rifiuti marini per l’ecosistema di mari e oceani, la salute umana e le attività economiche. Si legge nel rapporto che “gli elementi in plastica hanno il più alto impatto dannoso diretto e indiretto”. Ogni anno milioni di specie che vivono negli oceani sono “debilitati, mutilati e uccisi dai rifiuti marini”.

E questi rifiuti danneggiano anche l’uomo: dal punto di vista economico si stima che il danno annuale della presenza di detriti in mare per il settore della pesca nell’Ue sia di circa 61,7 milioni di euro, in termini di minor gettito di catture e per costi che vanno dalla rimozione di attrezzi da pesca alle eliche rotte, e servizi di soccorso.

Inoltre uno studio olandese, citato nel rapporto, ha stimato in 6,7 milioni l’anno il costo totale per la rimozione di rifiuti marini in spiagge e coste di 32 Comuni situati nei sette Paesi della macro-regione Adriatico-Ionica.

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