Il presidente Trump ha recentemente posto delle restrizioni ai viaggi verso gli Stati uniti per i cittadini di alcuni paesi “islamici”. Ne è nata una grande polemica e anche il mondo scientifico si è dichiarato contrario a queste misure perché minacciano il "libero scambio di informazioni" nel campo della ricerca e alla salute stessa.
A prendere la parola, come riporta l’Adnkronos, sono i vertici della società scientifica statunitense International Antiviral Society-Usa (Ias-Usa) e della Conferenza sui retrovirus e le infezioni opportunistiche (Croi 2017) che si terrà proprio nei prossimi giorni - a partire da lunedì 13 febbraio - a Seattle, con centinaia di ricercatori e specialisti attivi nella lotta a virus come l'Hiv o l'epatite C in arrivo da tutto il mondo. E con il rischio che per qualcuno si creino problemi all'ingresso nel Paese.
"Ci opponiamo fortemente a restrizioni di viaggio arbitrarie basate esclusivamente sulla religione o sull'origine nazionale", tuonano i promotori della Croi e la segreteria della Conferenza, la Ias-Usa.
Queste misure restrittive, incalzano Ias-Usa e Croi, "minacciano di interrompere lo scambio di informazioni nella ricerca scientifica, che è vitale per la risposta globale a minacce sanitarie come l'Hiv-Aids, come Ebola, Zika, e molte altre malattie infettive".