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Fukushima: dopo 5 anni nessuno sa cosa fare

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La situazione nella centrale a cinque anni dal disastro non è chiara e nel mare continua a fluire acqua contaminata

A cinque anni dalla tragedia della centrale nucleare giapponese gli interrogativi sono ancora molti, a partire dalle 500 tonnellate di acqua fortemente radioattiva che ogni giorno finisce nell’oceano Pacifico.

Come spiega l’eurodeputato Dario Tamburrano, ‘è generalmente riconosciuto che nei tre reattori di Fukushima è avvenuto un ‘melt through’: il combustibile nucleare si è fuso insieme all’acciaio dell’involucro di contenimento entro il quale avvengono le reazioni nucleari ed è uscito dai reattori. Lo ha scritto ad esempio la prudentissima e attentissima agenzia Reuters in occasione di questo quinto anniversario della tragedia. La Tepco ha iniziato le prime ammissioni solo nel novembre 2011 – otto mesi di ritardo – parlando di possibili ‘danni’ all’integrità dell’involucro di contenimento del reattore 1. Il resto è arrivato goccia a goccia e talvolta per vie indirette: alla luce di questo, è ragionevole chiedersi se, e fino a che punto, la Tepco ammetta la gravità dei problemi attuali e se le informazioni di pubblico dominio siano sufficienti a tratteggiare il quadro della situazione.’

Purtroppo chiarire la situazione è difficile perché esplorare la zona è molto difficile a causa della forte radioattività.

E a rimetterci è sempre la popolazione, sia a Fukushima che a Cernobyl, dove si pagano anocora le conseguenze della tragedia a molti anni di distanza. Spiega Greenpeace: ‘Cinque anni dopo il disastro di Fukushima, circa centomila persone non sono ancora tornate a casa. I sopravvissuti di Cernobyl continuano a mangiare cibo con livelli di radioattività oltre i limiti, a trent’anni dalla catastrofe che ha privato centinaia di migliaia di persone della loro casa.’.

Il paradosso delle centrali è che pur producendo energia ne hanno bisogno per raffreddare i reattori, altrimenti si va incontro a incidenti gravissimi, proprio ciò che è accaduto a Fukushima; come ricorda Tamburrano sul suo sito: ‘Nel 2011 a Fukushima il terremoto impedì l’arrivo dell’energia elettrica alla centrale e lo tsunami mise fuori uso i generatori diesel di emergenza. Le centrali nucleari infatti producono energia, ma paradossalmente devono sempre a loro volta essere alimentate di elettricità quando vanno fuori uso, altrimenti é impossibile raffreddare il reattore e le reazioni nucleari vanno fuori controllo.’

La ‘Fukushima brasiliana’ è un fiume in piena di veleni che è arrivato fino all’oceano Atlantico.

 

 

 

 

 

 

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5 anni, fukushima, Greenepeace, Tamburrano

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