Acqua: la Banca Mondiale non finanzia piu’ la costruzione delle dighe

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La banca mondiale non finanziera’ piu’ la costruzione delle dighe: queste portano tanti benefici, ma lasciano sul territorio dei segni permanenti

Le dighe producono un terzo dell’acqua per l’irrigazione, forniscono acqua potabile e proteggono la popolazione da inondazioni potenzialmente disastrose: sono essenziali e vitali, ma la Banca Mondiale ha deciso di non finanziare più la costruzione di queste. Le aziende che sfruttano il business delle dighe sono italiane, tedesche e inglesi.

Secondo un rapporto della Banca Mondiale (WCD) le dighe forniscono il 20% della elettricità mondiale, senza produrre inquinamento atmosferico. In particolare alcune dighe sono opere di grande valore ingegneristico e tra queste ci sono quelle che hanno avuto il più alto valore simbolico e sociale nella storia. Ad esempio la diga di Hoover negli Stati Uniti e la diga di Assuan in Egitto. Rispettivamente la prima è stata al centro della politica economica del New Deal del Presidente Roosvelt mentre la seconda, terminata nel 1964, è il più memorabile esempio della politica dirigistica del Presidente Nasser.

Ma ai benefici portati dalle dighe si contrappongono i segni che queste opere lasciano sul territorio e le influenze sulla popolazione che vive in loro prossimità. Il rapporto della WCD dice che le 45000 dighe costruite negli ultimi cinquant’anni hanno costretto quasi 80 milioni di persone ad abbandonare le proprie abitazioni. Inoltre a causa della cattiva pianificazione, le dighe hanno provocato la distruzione di numerosi ecosistemi, la perdita di significativi siti archeologici e hanno contribuito alla diffusione delle diverse malattie come la malaria.

Dopo questo rapporto la Commissione della WCD ha deciso di non finanziare più la costruzione di dighe.

Chiara Palmieri

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