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Trasformare i rifiuti in cibo/ Procura di Roma apre inchiesta su macchinario inventato

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Ecoseven.net ne aveva parlato a Marzo scorso, una tecnologia che serve a trasformare gli scarti in cibo e che può risolvere il problema della fame nel modno. Ora, la Procura di Roma indaga su un’ipotesi di truffa. L’associazione Scienza per l’amore ammette: “Ci hanno denunciati. Ma è tutto alla luce del sole”. Non mancheremo di tornarci sù

La Procura di Roma ha sequestrato il macchinario inventato dall’ingegner Manola il cui obiettivo è contribuire a combattere la fame nel mondo attraverso una riqualificazione della materia prima di scarto. "Il magistrato sta indagando sulla vicenda per capire se si tratta di truffa oppure no”, spiega ad Ecoseven.net Pierpaolo dell’Omo, presidente dell’associazione Scienza per l’amore, ricercatore e docente universitario della Sapienza di Roma. La tecnologia è stata finanziata dal suo inventore e circa cento finanziatori aderenti all’associazione R e Maya. “Il finanziamento alle attività di ricerca dell’ingegner Manola – spiega dell’Omo – è durato una quindicina di anni fino a che il 22 luglio 2009 è stato siglato un contratto di trasferimento di tecnologia da Manola alla società BioHyst creata appositamente dai soci finanziatori dell’associazione R e Maya. L’interesse del fondatore – Danilo Speranza – era quello di contribuire allo sviluppo della tecnologia per poterla utilizzare per combattere il problema della fame nel mondo”. Ma qualche cosa è andato storto: il giorno stesso della cessione di brevetto alla BioHyst, “circa quindici soci si sono rivolti all’autorità giudiziaria dicendo che non esisteva alcun impianto, non esisteva l’ingegner Manola e sostenendo di essere stati truffati”. Motivo per cui l’associazione R e Maya è stata chiusa per sostituirla con Scienza per l’amore, composta dagli stessi soci finanziatori esclusi coloro che hanno fatto la denuncia. E a chi accusa l’ingenger Manola di aver già presentato il macchinario rivoluzionario alla stampa americana nel 2003, Dell’Omo risponde: “Il primo brevetto fu depositato nel 1984. Se si va a controllare all’epoca si parlava di un brevetto separatore longitudinale. Il macchinario presentato invece di recente sfrutta dei processi completamente diversi, usa dei moti circolari”. Secondo dell’Omo insomma “è tutto alla luce del sole. Ricerche universitarie comprese". Se questa tecnologia prendesse piede, “potrebbe contribuire all’alimentazione zootecnica, umana e alle energie da biomasse".

Nereo Brancusi

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BioHyst, cibo, fame nel mondo, tecnologia fame nel mondo, umberto manola

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