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La dieta a «digiuno intermittente»

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Gli scienziati dicono che alternare la presenza all’assenza totale dei pasti potrebbe migliorare la nostra salute

Secondo un articolo pubblicato dal New England Journal of Medicine, il digiuno intermittente è un’opzione che si può prendere legittimamente in considerazione come approccio per migliorare la propria salute e mantenersi sani.

È quello che dice l’autore senior dello studio, Mark Mattson, neuroscienziato alla Johns Hopkins Medicine di Baltimora.

Mattson ha spiegato che esistono principalmente due modi principali per adottare il digiuno intermittente nella nostra dieta:
• un’alimentazione giornaliera a tempo limitato che dà una finestra stretta durante la quale poter mangiare – di solito dalle 6 alle 8 ore al giorno;
• il digiuno intermittente 5:2 che richiede che le persone, per due giorni alla settimana, mangino un solo pasto moderato.

Quando le persone digiunano, di fatto, stanno lentamente bruciando il glucosio immagazzinato nel loro fegato, ha spiegato Mattson – il fegato contiene circa 700 calorie di glucosio e ci vogliono dalle 10 alle 12 ore per utilizzare i depositi di energia del fegato, quindi quello che succede è che i grassi sono usati per l’energia.

Questo processo si chiama «passaggio metabolico»: il modello alimentare di tre pasti al giorno non consente ai nostri corpi di attraversare le riserve di energia del loro fegato e di passare alla combustione dei grassi.

In questo documento, Mattson e i suoi colleghi hanno riassunto le prove scientifiche attuali che dimostrano, attraverso vari studi, che il digiuno intermittente può:
• stabilizzare i livelli di zucchero nel sangue, aumentare la resistenza allo stress ed eliminare l’infiammazione;
• ridurre la pressione sanguigna e i livelli di colesterolo e migliorare la frequenza cardiaca a riposo;
• migliorare la salute e la memoria del cervello.

 

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dieta, digiuno intermittente, salute

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