Biomasse, negli scarti agricoli si nasconde una miniera di energia

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Gli scarti agricoli potrebbero fornire il 49% dell’energia ricavata da fonti rinnovabili e il 5% dei consumi italiani. Ce lo dice l’Osservatorio Agroenergia

Gli scarti agricoli, se sfruttati potrebbero offrirci tantissima energia. Energia pulita e rinnovabile, si capisce. Da scarti biologici delle lavorazioni agricole, biomasse legnose, deiezioni suine e scarti di macellazione, secondo la nuova edizione dell’Osservatorio Agroenergia, potrebbero derivare oltre 10 Mtep milioni di tonnellate equivalenti di petrolio annui di energia primaria. Qualcosa, cioè, come il 49% della produzione da fonti rinnovabili e il 5% dei consumi italiani. Portando così un contributo significativo all’energia prodotta da fonti rinnovabili. In termini tecnici, si tratterebbe di 116 milioni di MWh che, al prezzo medio nazionale dell’energia, corrispondono a circa 7,5 miliardi di euro annui, ovvero a ben 15,8 miliardi al prezzo sottoposto al consumatore finale. 

E ancora. Sfruttare gli scarti agricoli per produrre energia significherebbe tanto anche sotto il profilo ambientale. Un investimento del genere, infatti, eviterebbe emissioni di anidride carbonica per 5 miliardi di tonnellate l’anno.

A raccogliere e a fornire i dati è l’Osservatorio Agroenergia – I Sottoprodotti, commissionato da EnergEtica e Confagricoltura e il cui studio è stato realizzato da Althesys e presentato ad Agroenergia 2012.

(GC) 

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