Omaggio all’estate di San Martino

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Con “estate di San Martino” si indicava proprio questo periodo dell’anno, in cui il sole, il tepore e il bel tempo, seguivano i primi forti freddi invernali. Il Santo viene festeggiato l’11 novembre, ma in pochi sanno che durante questo periodo venivano rinnovati i contratti agricoli annuali

Proprio in coincidenza con l’11 novembre, nel passato c’era la tradizione di rinnovare o ridiscutere gli accordi sui terreni agricoli, da cui derivavano contratti annuali legati al loro uso. Il detto “Fare San Martino” sta proprio ad indicare un momento di trasloco. Usanza che si è perduta nel tempo, ma che forse qualcuno ancora ricorderà. A seguito delle prime gelate d’inverno, durante questi giorni di novembre si ristabilisce normalmente un equilibrio climatico che porta sole e giornate più tiepide.

E al contrario di quanto si possa pensare questo fenomeno interessa anche l’emisfero australe del pianeta, dove analogamente, tra fine aprile e primi di maggio si assiste ad un fenomeno meteorologico del tutto simile.  In Europa l’Estate di San Martino prende nomi diversi a seconda delle culture. Da noi ed in Spagna si parla dunque di Estate di San Martino, mentre nei paesi anglosassoni e francofoni, viene chiamata Estate indiana. I popoli slavi, ivi compresi quelli ex russi la chiamano invece “estate delle nonne”.

Altra curiosità dell’Estate di San Martino, certamente più nota a tutti noi, è l’apertura delle botti nelle quali riposa il vino novello. Addirittura celebre l’abbinamento di questo nettare giovane con le castagne. A ricordo di questo periodo dell’anno, breve ma intenso e ricco di significato per le tradizioni del nostro Paese, vale la pena rileggere insieme uno degli omaggi poetici più illustri verso l’Estate di San Martino:

San Martino
di Giosuè Carducci

La nebbia a gl’irti colli
Piovigginando sale,
E sotto il maestrale
Urla e biancheggia il mar;

Ma per le vie del borgo
Dal ribollir de’ tini
Va l’aspro odor de i vini
L’anime a rallegrar.

Gira su’ ceppi accesi
Lo spiedo scoppiettando:
Sta il cacciator fischiando
Su l’uscio a rimirar

Tra le rossastre nubi
Stormi d’uccelli neri,
Com’esuli pensieri,
Nel vespero migrar.

(Vincenzo Nizza)

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