Basta schiavitù nelle nostre campagne: parte ‘Buoni e giusti’

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Un’iniziativa di Coop contro il lavoro nero che ‘non da mai buoni frutti’

Nella nostra filiera agroalimentare si annidano situazioni di sfruttamento, caporalato, schiavitù; condizioni sociali che sembrano appartenere a epoche passate e non a un paese moderno e civile. Ma ciò che finisce nel nostro piatto troppo spesso passa per lo sfruttamento di molte persone sottopagate e senza alcun diritto.

La catena di supermercati Coop ha coinvolto tutti i suoi 832 fornitori di ortofrutta (nazionali e locali) che operano con oltre 70.000 aziende agricole. La campagna ‘Buoni e giusti’ ha l’obiettivo di combattere lo sfruttamento e l’illegalità nella filiera agroalimentare. Il progetto è stato presentato al Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali.

‘Stiamo combattendo il caporalato e il lavoro nero – ha commentato il ministro Martina- con strumenti innovativi e attraverso una collaborazione di squadra tra istituzioni, imprese e associazioni ancora più stretta di quanto sia stato fatto fino ad ora. La campagna apre una strada importante ed è significativo il fatto che Coop abbia invitato le 7.200 aziende agricole fornitrici a chiedere l’iscrizione alla Rete del lavoro agricolo di qualità. È uno strumento che abbiamo messo in atto già con la legge ‘Campolibero’ in accordo con le organizzazioni sindacali e che vogliamo ulteriormente rafforzare. Siamo pronti a rendere questo sistema sempre meno burocratico perché è importante che i produttori vivano questa adesione come un fatto partecipativo, distintivo ed etico. Stiamo collaborando con le associazioni per coinvolgere tutte le aziende agricole che rispettano le regole, che fanno della legalità una pratica quotidiana

‘Stiamo combattendo il caporalato e il lavoro nero – ha commentato il ministro – con strumenti innovativi e attraverso una collaborazione di squadra tra istituzioni, imprese e associazioni ancora più stretta di quanto sia stato fatto fino ad ora. La campagna apre una strada importante ed è significativo il fatto che Coop abbia invitato le 7.200 aziende agricole fornitrici a chiedere l’iscrizione alla Rete del lavoro agricolo di qualità. È uno strumento che abbiamo messo in atto già con la legge ‘Campolibero’ in accordo con le organizzazioni sindacali e che vogliamo ulteriormente rafforzare. Siamo pronti a rendere questo sistema sempre meno burocratico perché è importante che i produttori vivano questa adesione come un fatto partecipativo, distintivo ed etico. Stiamo collaborando con le associazioni per coinvolgere tutte le aziende agricole che rispettano le regole, che fanno della legalità una pratica quotidiana’.

 

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Buoni e giusti, caporalato, coop, Maurizio Martina

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