Lavoro: per gli statali addio al posto fisso con la riforma

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Sono emerese le prime indiscrezioni sul contenuto della riforma del pubblico impiego

Sta per cadere uno degli ultimi ‘miti’ del mondo del lavoro italiano: il posto fisso a vita nel settore pubblico; e assieme a lui se ne andranno anche gli scatti fissi di anzianità.

Sono le misure contenute nella bozza di riforma sul pubblico impiego del Ministro Madia di cui ha parlato il Corriere della Sera.
Secondo quanto si apprende, ogni anno tutte le amministrazioni dovranno comunicare al ministero le “eccedenze di personale” rispetto alle “esigenze funzionali o alla situazione finanziaria”.  Quindi, i dipendenti che non possono più essere tenuti in carico o che non sono più utili possono essere trasferiti in un altro ufficio, purché questo si trovi a 50 chilometri da quello di provenienza con la mobilità obbligatoria.
Se ciò non si verifica, queste persone possono rimanere in una sorta di stand-by per due anni e ricevere l’80% dello stipendio (inclusi i contributi). Ma se nell’arco di due anni non si trova un’altra occupazione per i dipendenti, anche accettando un inquadramento più basso, il rapporto di lavoro “si intende definitivamente risolto”.
In realtà un sistema simile è già in vigore, ma dato che non esistono sanzioni per gli uffici che non comunicano le eccedenze nulla si muove.

Addio anche agli atti di anzianità: i dipendenti verranno valutati ogni anno dai dirigenti e in base a questo si calcolerà l’aumento.

Tra le altre novità previste dalla riforma troviamo l’obbligo dell’inglese per i concorsi pubblici e la visita fiscale automatica che scatterà per le assenze del venerdì e nei giorni prefestivi.

C’è incertezza sui tempi: il governo ha parlato di fin settembre, ma la riforma della pubblica amministrazione prevede che questa parte della riforma possa essere esercitato entro febbraio 2017.

 

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