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Vino bio: a Bruxelles si discute del nuovo regolamento. Le richieste dell’Italia

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La normativa che regola il vino biologico è in discussione a Bruxelles e il dibattito è acceso anche nel nostro paese, abbiamo seguito l’incontro di Federbio a Vinitaly

Mentre il vino biologico cresce, e al Vinitaly si guadagna un intero settore dedicato, a Bruxelles si discute del regolamento: l’obiettivo è una produzione di qualità che non penalizzi la tradizione enologica italiana e dia ai consumatori un prodotto con meno coadiuvanti e solfiti.

Durante l’appuntamento organizzato da Federbio e dall’Associazione Italiana per l’Agricoltura Biodinamica , ‘La revisione della normativa sul vino biologico. Il comparto si confronta’ si sono confrontate differenti posizioni sulla materia.

Giacomo Mocciaro del Ministero delle politiche agricole e forestali ha introdotto la proposta di revisione in discussione a Bruxelles, con le modifiche che riguardano in particolare l’eliminazione o il mantenimento di alcune pratiche enologiche per la produzione di mosti concentrati, il cui utilizzo è di fondamentale importanza per la produzione di vini in Italia.

’In un momento di crescita del vino biologico, che ha visto un incremento del 67,8% di ettari vitati da 40.480 ettari del 2008 e 67.937 del 2013, è importante che le regole siano chiare e facilmente applicabili dalle aziende del comparto – ha sottolineato Paolo Carnemolla, Presidente di FederBio -. Con il convegno vogliamo avviare un confronto con tutti gli attori del mondo del vino e del settore del bio italiani affinché il Ministero possa essere sostenuto al meglio in sede comunitaria’.

??Quindi serve una normativa sul vino biologico che valorizzi il lavoro e l’impegno dei produttori italiani nel rispetto della tradizione enologica del nostro Paese. ‘È indubbio – ha commenta Mauro Braidot di UPBIO, che rappresenta i produttori biologici e biodinamici italiani – che senza la parte enologica non possiamo ottenere il vino e quindi è opportuno salvaguardare quelle pratiche, come quella del mosto concentrato, che sono di estrema importanza in particolar modo per la produzione nelle regioni a forte tradizione viti vinicola del nord Italia’.

‘?‘Dal punto di vista del consumatore – ha proseguito Braidot – è invece necessario lavorare per ridurre i coadiuvanti, al fine di marcare ulteriormente la differenza tra vino bio e vino tradizionale anche in cantina’. Tra i coadiuvanti anche i solfiti, per i quali i produttori italiani vorrebbero ridurre ulteriormente le quantità ammesse.

All’incontro era presente anche Marco Serventi, dell’Associazione per l’agricoltura biodinamica, che ha rilasciato una intervista a Ecoseven.net spiegando le differenza tra biologico e biodinamico.

a.po

 

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